lunedì 13 febbraio 2012

Francesco e la neve


Francesco non ama la neve: è fredda, bagnata, quando nevica gli si appiccica alla faccia e fa mille pernacchie per sputacchiarla. Non l'ho mai visto cercare così avidamente il passeggino, fino ad ora. Non gli piace toccarla, non gli piace guardarla, non gli piace calpestarla, non parliamo poi delle palle di neve... quelle le detesta.

Francesco non ama saltare l'asilo nido: gli sconvolge il ritmo biologico, gli mancano i bambini con cui interagire, gli spazi per il gioco fisico, le educatrici che lo coccolano tutto il giorno. Gli manca la dada, che lo porta al centro per le famiglie al pomeriggio. Gli manca tornare a casa alle 6 e passare un paio d'ore a giocare con me e pap@ngelo. Passare tutto il giorno con noi lo annoia. E' in overdose di genitori: pessima premessa all'adoloscenza.

Francesco non ama passare tutto il giorno in casa: ok i cartoni animati, ok i puzzle, ok i libri, ok le costruzioni, ok Buzz Lightyear, ok le macchinine, ok la pista del trenino, ok i disegni, ok la lavagna magica. Ma in casa tutto il giorno non riesce a starci. Diventa nervoso, ripetitivo, a volte apatico e a volte iperattivo, si addormenta male la sera, dorme male la notte. Dopo tanti giorni chiuso in casa è così nervoso che quando raramente si riesce ad uscire è un dramma. E la giacca no, e le scarpe no, e l'ascensore no, e la macchina no. Poi, come se non bastasse, fuori c'è anche la neve.

Domani riaprono le scuole. Domani riapre l'asilo. Domani... mi sembra un sogno. E adesso, vado a dormire.

domenica 5 febbraio 2012

Neve neve, lieve lieve


Nevica.
Si, lo so, nevica anche in altre 16 regioni d'Italia. Ma io non abito in quelle 16 regioni, io abito in Romagna. A Rimini. AL MARE.
E non son venuta al mare per la neve, questo posso garantirvelo.

Ora, siamo realisti: qui a Rimini son scesi forse 40 cm di neve. A S.Giuliano forse 20 (vicino al mare, strade case e praticelli hanno beneficiato di una salatura naturale).
La città è ovviamente paralizzata, qui non sono culturalmente preparati alla neve.
Rimini è una città dove a fine ottobre (17 gradi di temperatura massima) si mandano al parchetto i bambini con stivali, piumino, sciarpa e berretta di lana e a novembre i bambini non frequentano quasi più il parchetto, perchè fa troppo freddo (12 gradi di temperatura massima) anche se c'è il sole. Capite bene che -3 o -4 gradi, qui, è praticamente una glaciazione!

Infatti, sono talmente rassegnati all'avversità degli elementi, che non spalano nemmeno la neve. Nè gli abitanti (non c'è una casa, nel circondario, dove abbiano spalato gli ingressi), nè le istituzioni (si spalano solo le strade principali: come arrivarci poi è un dettaglio. Ma tanto stan tutti in casa, con la neve...)

Le scuole ovviamente chiudono. Tutte. Di ogni ordine e grado. Che mi sta anche bene, quando le strade sono impercorribili. Ma prima che la neve si depositasse, ha nevicato per tre giorni. Insomma, i primi due giorni che praticamente c'erano solo le strade bagnate, a scuola ci si poteva andare, no?

E noi? Noi ex nordici, abituati ad andare a lavorare anche con 50 cm di neve? Che facciamo? Andiamo in giro, incuranti del clima, come se nulla fosse?

Assolutamente no: dobbiamo integrarci. Quindi stiamo in casa al caldo, dopo aver fatto una bella spesa di scorte alimentari. Guardiamo la neve dalla finestra. Attendiamo con pazienza il passaggio dello spazzaneve. E chiamiamo la babysitter per domani, perché con tutta questa neve, non si può mica mandare il bambino all'asilo...