martedì 19 aprile 2011

Cambio vita e cambio nome.



No, non io, io sono sempre MammaGioia. Ho cambiato nome al blog! O forse dovrei dire titolo...

Cmq, era già un po' di mesi che ci pensavo: "Ehi tu, quando hai intenzione di uscire?" era un titolo azzeccato ma ormai un po' obsoleto... il cucciolo è uscito da 16 mesi (e 4 giorni, per la precisione).
Così, dopo le prime 40 avventurose settimane, era ora di dare un nome e un volto al nuovo blog, quello delle prossime... ehm... 40 mesi? Come minimo, mi sa.

Ecco, sull'A14 tra Cesena e Rimini, mentre pensavo alla babysitter e a prenotare l'ombrellone per La Stagione (che a Rimini se ne conta una sola, le altre sono puro esercizio intellettuale), mi è scivolato tra i neuroni "mammalmare". Forse un po' cacofonico, ma a me suona un gran bene. A voi no? :)

Buone onde!

giovedì 14 aprile 2011

Io, l'aliena.

Ho letto (tutto d'un fiato) il libro di Lia Celi, Alieni a Rimini (capolavoro!).

Oh, allora: tutto sacrosantemente vero. Aggiungerei un paio di elementi che io e pap@ngelo abbiamo notato...

Mh.
"Mh" è l'esclamazione con cui il riminese risponde alle affermazioni che ritiene evidentemente irrilevanti, non significative, fuori dal contesto. Mh vuol dire: va beh, ma non c'entra niente, quindi che bisogno c'è di dirlo. E siccome guai a toccargli Rimini (o il mare o la spiaggia o la costa o...) a Riminesi, lo usano spesso e volentieri :)
Esempi:
- beh, bello andare a vela qui, anche se sul Tirreno ci sono dei paesaggi più vari, è una bella costa, con le colline..
- mh.
- si, l'ho visto l'acquario di cattolica, è fatto bene. Anche Genova è molto bello.
- mh.
- buonissima la piadina di Rimini, così sottile, a Cesena la fanno più spessa.
- mh.

Ah, ma va all'asilo? Così piccolo?
Allora, il cucciolo ha 15 mesi e mezzo. Quasi 16. A che età devo mandarlo al nido secondo lo standard delle mamme riminesi? A occhio e croce, direi 16 anni.
Per la mamma riminese il nido è off limits, è riservato alle rejette immigrate (rumene, polacche, cesenati o milanesi, poco cambia...). La vera mamma riminese sceglie come prima opzione la nonna. Suvvia, chi non ha una nonna (anzi, una super nonna) a cui affidare almeno 4 o 5 figli? Due nonne no, perchè la vera riminese sposa un oriundo, mai un locale. Possibilmente originario di una località ad almeno 100 km a nord del Marecchia, tanto per essere sicura che la suocera non sia fra i piedi.
La seconda opzione è la tata. La mamma riminese adora la tata. A Rimini c'è una facoltà di Scienze pedagogiche (o come si chiama) il cui unico scopo è fornire studentesse part time che si alternino alle nonne nella cura dei rampolli riminesi. La laurea è opzionale, basta l'iscrizione per essere qualificate come nemmeno le migliori referenze...
La mamma oriunda e la mamma aliena (eccomi qua!) non hanno altra scelta: il nido. MA, c'è un grande ma, nella città che per eccellenza vive di stagione turistica e per la quale capodanno si festeggia il 1 maggio (anche prima, se la primavera promette bene...), il nido non serve mica tutto il giorno. No, basta in orario del servizio di pranzo, quindi è tutto un fiorire di baby parking a ore, lo porti alle 11.30, lo ritiri alle 14.30. E per chi proprio si impunta, il nido va benissimo, ma per carità lo chiudiamo alle 16, che nessuna madre degna di tale nome lascia il figlio al nido oltre le 15.30. D'altronde, è indispensabile chiudere presto, se no le mamme ne approfittano per andare a divertirsi in spiaggia da sole (questo me l'ha risposto, testuale, una educatrice del nido comunale).
E' così che io, mamma aliena, oriunda, senza nonne sante in paradiso, cocciutamente lavoratrice e altrettanto cocciutamente convinta che un progetto pedagogico sia la scelta migliore, mando pap@ngelo ogni giorno a prendere il cucciolo nell'unico asilo nido riminese che resta aperto fino alle 17 (scandalo! se lo scopre il comune gli ritira la licenza!), in attesa di trovare una santa tata che accetti di lavorare per una sola ora e mezzo al giorno. Per giunta proprio all'inizio del nuovo anno (turistico), quando il tam tam materno-stagionale si prepara a offrire ghiotte proposte di full time da giugno a settembre...

Insicurezza stradale.
I Riminesi hanno una relazione complicata con il codice della strada. Anzi, no, complicata non è la parola giusta... diciamo che lo interpretano. Si fanno un codice ad personam. La legge dice che più di un seggiolino per bici non si può mettere, ma io ho tre figli. Eh.
E così vedo degli entusiasti padri rientrare dal parchetto con i due figli più grandicelli incastrati nel seggiolino posteriore e il piccolo nel seggiolino anteriore. Tutti, ovviamente, senza le cinture allacciate. Oppure, anche senza il seggiolino, basta appoggiare il fanciullo sul cannone della bici e tenerlo con una mano (tipo 18/24 mesi...). Il cucciolo, seduto sul seggiolino super techno-sicuro del Decathlon, con le cinturine di sicurezza rosse e il caschetto azzurro, sembra veramente sceso da Marte.
Non parliamo nemmeno delle rotonde, con cui i Riminesi hanno litigato alla nascita, o dei parcheggi, per i quali in molte strade hanno rinunciato a fare le strisce a terra, tanto non le rispettava nessuno. D'altronde, perchè stare a fare manovra per parcheggiare lateralmente in mezzo a due alberi, quando si può lasciare la macchina in mezzo alla strada? Suvvia, 30 minuti, che sarà mai...
La velocità è il tema più scottante. Il Riminese non va piano, è contrario alla sua etica. L'unica cosa che lo blocca, ach dannaten, è l'autovelox sull'adriatica o sulla via emilia. Ma per le stradine di san giuliano, l'autovelox non c'è... quale migliore occasione per sfrecciare tra gli alberi, i palazzi e le scuole, su una strada asfaltata nel '10 (millenovecento), facendo rombare il motore del suo fantastico suv bmw? Poco importa se nel passaggio tira sotto un cane, due turiste primaverili, un anzianotto con la bici... tanto ha la kasko!

Prossimi capitoli in uscita:
Ah, di'!
Il siugamano.

Bon, per stasera è tutto, dalla meravigliosa Romagna un saluto, a voi mondo!